Costanza “non è vecchia ma presto lo sarà”. Convinta che quando sei quasi vecchia, il terzo tempo sia da vivere pienamente, senza mai smettere di cercare la felicità, ne scrive con spirito battagliero in una rubrica “Happy Aging” su un rivista per pensionati dove “Insegno malinconia positiva”. Quando eredita dal padre un austero ex convento a Civita Bagnoregio si lascia prendere da un progetto vagamente sconsiderato: radunare in quella casa bella e nuda, incastonata in un luogo simbolico che si sfalda lentamente, i compagni con cui giovanissima ha condiviso a Milano la vita e l’impegno politico, per ricreare una Comune, una famiglia larga in cui spartire gli affanni e discutere del futuro perché un futuro c’è sempre, fino alla fine dei giochi. E’ un tentativo di tornare all’età delle illusioni… Dopo “Piangi pure” e “Gli scaduti” l’autrice torna a descrivere un periodo della vita che fa paura, quello della vecchiaia con un romanzo denso di riflessioni che apre una prospettiva originale su terzo tempo della vita.