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Lettere sparse
A come Arte. Ne abbiamo bisogno, specialmente in un periodo storico come quello che stiamo vivendo. Bellezza, emozione, interpretazione della realtà attraverso visioni oggettive o visionarie di ciò che ci circonda e di ciò che immaginiamo.
B come Banalità. Ci ha invaso, basta accendere la tv o collegarsi a un qualsiasi social per entrare in contatto con questa sempre più avvolgente compagna del nostro cammino. Ma ancor peggio è la banalità del male, come scriveva Hannah Arendt, perché da questa siamo veramente circondati.
C come Curiosità. Una qualità fondamentale che accompagna l’umanità dalla preistoria a oggi e che ci ha permesso di passare dall’osservazione del cielo stellato a mettere i piedi sulla luna, dai graffiti preistorici al mouse. Poi certo, personalmente continuiamo a preferire ‘Vaghe stelle dell’Orsa, io non credea tornare ancor per uso a contemplarvi…’ ai razzi di Elon Musk.
D come Denaro. Un indispensabile tramite della nostra vita, che ci consente, tra l’altro, di vivere, rendere felici le persone che amiamo e anche noi stessi. Poi, certo, l’uso improprio e a volte criminale dei soldi dovrebbe farci riflettere: la vita si vive ‘Non per soldi, ma per denaro’, per citare un capolavoro di Billy Wilder?
E come Europa. Per fortuna esiste e speriamo continui a esistere, visti i tempi che corrono. E che magari vi rientri anche la Gran Bretagna.
F come Filosofia. Una disciplina straordinaria, che ha raccontato il pensiero umano. Socrate, Kant, Hegel, solo per citare alcuni filosofi. Il problema è che se ne sente la mancanza, siamo passati da Schopenauer agli influencer.
G come Generosità. La qualità umana che più apprezziamo, insieme al rispetto. Ne vediamo esempi ogni giorno intorno a noi, anche da parte di persone sconosciute. Purtroppo, però, anche il suo contrario.
H come Honoris Causa. La laurea conferita per meriti eccezionali. Chi scrive la assegnerebbe allo staff dell’Università Primo Levi, dalla Vicepresidente Giliola Canton a Franco Franchi, responsabile degli Affari Istituzionali, alle bravissime ragazze della Segreteria, ai volontari e ai tecnici informatici. Grazie per la passione e la competenza che mettete ogni giorno nel vostro lavoro.
I come Intelligenza. Chi scrive è anziano e ammira infinitamente chi possiede questa preziosa e naturale dote. Per lo stesso motivo, apprezza assai meno chi alla I aggiunge la A. Utilissima, per carità, ma che la si usi per pigrizia, ottimizzazione del tempo, mancanza di fantasia, ci appare come una scusa. Laddove risulti veramente indispensabile la si utilizzi, diversamente continuiamo a preferire l’intelligenza umana a quella artificiale.
L come Libro. Un oggetto di carta che racconta, illustra, emoziona, fa sorridere, a volte piangere. Un oggetto purtroppo in via di estinzione tra le nuove generazioni, sostituito da uno più piccolo, di metallo, da fissare in ogni ora del giorno.
M come Musica. Palline bianche e nere, cinque linee orizzontali intervallate qua e là da una verticale. Astruse frazioni numeriche, incomprensibili segni che non corrispondono a nulla, anzi, una sembra il cancelletto sulla tastiera del telefono. Irritanti consigli senza senso, tipo ‘Allegro’ (e se non ne avessimo voglia?) oppure ‘Adagio’ (lavori in corso?). Ebbene, direste mai che, grazie a questo linguaggio così ostico, l’umanità è riuscita a esprimere tutto quello che non si riesce a comunicare con le parole, come l’emozione, l’ebbrezza, la disperazione, la gioia?
N come Noia. Una sensazione provocata da un senso di tristezza e inerzia che, possiamo garantirvelo, non proverete mai frequentando i corsi e i laboratori dell’Università Primo Levi.
O come Oblio. Tutto ciò che ormai risulta inutile e perciò dimenticato, anche se a volte si tratta di un’azione volontaria, ovvero porre qualcosa nell’oblio (un fatto storico, un personaggio, una vicenda scomoda) per farlo dimenticare. Un po’ come essere immersi nel Lete, il fiume le cui acque cancellavano la memoria di chi vi si immergeva.
P come Penna. Strumento per scrivere caduto in disuso, ormai sostituito dal clic di un dito della mano, sia esso premuto sul mouse o sul telefonino. Una volta, a scuola, esisteva la bella calligrafia, oggi esiste la brutta (e rara) calligrafia.
Q come Quiete. Un auspicio leopardiano per tutti noi: ‘La quiete dopo la tempesta’. Che arrivi davvero e il prima possibile, in tutto il mondo.
R come Ragione. La razionalità, qualità fondamentale che ci consente di comprendere le cose, meglio se accompagnata da quella sottostante.
S come Sentimento. Ogni moto dell’animo, passione, emozione, affetto, che può essere racchiuso dentro di sé o manifestato agli altri. Se ne consiglia l’utilizzo accostato alla qualità citata in precedenza.
T come Terra. Il nostro meraviglioso pianeta, che va tutelato, rispettato e amato, se vogliamo che continui ad accoglierci. Potrebbe apparire un’ovvietà, ma in molte parti del mondo sembra che non la pensino così.
U come Università Primo Levi. Siamo noi, tutti insieme. Ci accomuna la cultura, la voglia di imparare, di capire, di approfondire, di conoscere, anche le altre persone.
V come Vita. Un dono meraviglioso che racchiude tutto: gioia, dolore, speranza, amore, amicizia, memoria. Come diceva Einstein, “Il tempo è relativo, il suo unico valore è dato da ciò che noi facciamo mentre sta passando”.
Z come Zattera. Ci è venuto in mente, per concludere, il celebre quadro di Géricault esposto al Louvre, che racconta un tragico evento, il naufragio di un’imbarcazione a causa della negligenza e dell’impreparazione del comandante. Un monito di grande attualità in tutto il mondo.
Uberto Martinelli