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Vi presentiamo un interessante commento sui droni, scritto dal Prof. Valerio Davide Franchi , docente di UPL, oggetto di approfondimento nel corso C.13 “In volo con il drone“, in partenza martedì 17 ottobre.

Segreteria UPL


Gli appassionati aspettano con curiosità e timore il 1 gennaio 2024. Per chi è interessato al mondo dei droni, sia rivolto all’acquisto o ne abbia già acquistato uno, questa fatidica data è oramai prossima. Facciamo il punto della situazione: dopo il 31/12/2023, la maggior parte dei droni venduti nei paesi interessati dall’Agenzia europea per la sicurezza aerea (EASA) avranno la cosiddetta marchiatura Open CE. Tale marchiatura comprende cinque categorie per i droni Open Category: C0, C1, C2, C3, C4. La categoria C0 è particolarmente importante per chi si avvicina a questo hobby, poiché riguarda i droni “leggeri” sotto i 250g, i quali possono essere pilotati senza nessun attestato di competenza (il cosiddetto “patentino”) e soprattutto sono gli unici a poter sorvolare persone non coinvolte (ma – lo ricordiamo – mai assembramenti).

Il Regolamento di Esecuzione (UE) 2019/947 del 24 maggio 2019 e successive modifiche, nell’amato/odiato articolo 20, permetterebbe ai “vecchi” droni venduti ante 01/01/2024 di volare anche senza marchiatura. Attualmente quasi la totalità dei droni in vendita NON ha tale marchiatura e quindi sembrerebbe che, in virtù dell’art. 20, acquistandone uno oggi non si dovrebbe incorrere in limitazioni dopo il fatidico 01/01/2024. In realtà un’applicazione letterale dell’attuale Regolamento di Esecuzione (UE) 2019/947 andrebbe a imporre fortissime limitazioni. La colpa è di una svista del legislatore europeo che talora ha impiegato la dicitura “massa massima al decollo” (MTOM) e talaltra ha scritto “peso al decollo”. Ma non è questa la sede per esplorare le sfumature del regolamento: basti rilevare che se dovesse prevalere l’interpretazione letterale, i droni (tranne quei pochissimi che già oggi sono dotati di marchiatura o che possiedono una “massa massima al decollo” dichiarata dal costruttore) verrebbero penalizzati.

Più precisamente, l’amletico dubbio parrebbe quindi essere questo: chi ha acquistato un drone per divertirsi quest’estate o chi ne possiede uno già da tempo, dal peso massimo di 249g, potrà conservarne piena fruibilità anche dopo il 31/12/2023 o sarà costretto a orientarsi verso l’acquisto di uno nuovo? In realtà, fonti interne ad EASA hanno recentemente tranquillizzato e annunciato che l’ente europeo porrà ufficialmente rimedio alla confusione attualmente in essere sull’argomento.

Una considerazione personale: lo scrivente ritiene che le probabilità di veder compromessa la possibilità di impiego del proprio drone, non dotato di marchiatura C0 ma potenzialmente assimilabile, sia scarsa. E’ importante tener presente che l’Unione Europa non ragiona tanto per “interpretazioni alla lettera” della normativa, puntando piuttosto sullo “spirito” della norma. E sembra inequivocabile che lo spirito del citato art. 20 del Regolamento di Esecuzione (UE) 2019/947 del 24 maggio 2019 (e successive notifiche) sia quello di considerare tutti i droni sotto i 250g precedenti al 01/01/2024 assimilabili ai droni con marchiatura ufficiale C0.

Quindi tutti i possessori di droni sotto i 250g dovrebbero poter dormire sonni tranquilli. Rimaniamo tuttavia in attesa che la burocrazia dell’Unione Europea ponga lieta fine a questo dibattito durato oramai troppo.